Santa Madre 29 giugno 1960 ore 5.45
- marina Platania
- 29 giu 2023
- Tempo di lettura: 3 min
Corre il penso a chi sta presso di me: due cuori l’uomo ha messo uniti in un fascio di luce per te, umanità, due uomini che hanno fatto parlare i secoli, due virtudi che hanno combattuto tutti i vizi dell’uomo, che hanno dato la loro vita per dimostrare la Parola del Figlio con fatti, con sacrifici, con inumane torture, con manifesti segni di quel Maestro che loro adorarono nel loro cuore.
Pietro, umile pescatore, dimostrò il pentire di cuore. Paolo, quale soldato duro di cuore, che più uomo colpiva, più forte si sentiva.
Due volontà del tutto edificabili troncarono la loro vita su quel patibolo, su quella croce perché amarono, sì, amarono te, uomo, perché al di sopra di te c’era un grande amore di cui essi consci erano. E uccisero con la parola quei vizi che recano all’uomo la morte dell’anima.
Paolo voleva annientare quello che Pietro nel cuore aveva e restò fulminato da quel grande cuore e al lato si mise a quell’umile pescatore per pescare uniti in quel mare di vizi, di negazione, ancora l’uomo che perduto si era.
Mi sembra di vederli ancora in terra, umili, devoti, pronti a chiacchierare e mai stanchi erano di parlare del Figliuolo mio.
Di me poco il dissero perché poco io ero per loro, ma tutta di quel Maestro che riempì quella loro vita e li rese vivi in terra e grandi in Cielo come quel Maestro Divino che come la Madre favella in Lui.
Anch’io prendo parte a questa festa d’amore per dire grazie al Padre di sì tanto cuore che rese costoro forti, abili nel dire e fare il bene e portare a Te, o Padre. Anche il loro cuore travagliato ma festoso come le campane di oggi che annunziano una grande festa perché l’uomo loro onora, venera.
Due creature del Padre ed in quella loro morte essi non morirono, ma rinacquero ancora più vivi, più belli. E quel che loro dissero, ancora è nel mondo, ancora si tramanda da figli in figli e mai morto esso sarà, mai più.
Ricordo Pietro quante volte venne a casa mia, sempre in pensi era perché oltre quel nuovo amore, la famiglia era in lui e quel lavoro certo doveva fare. Ma lui tutto abbandonò.
“Pazzo!” il disse la suocera.
“Ha perduto il senno!” il disse la moglie.
Ma lui era stato avviluppato dal dire di quel Cuore, da quella promessa del Figliuolo mio. E quando il cuore parla, bisogna che si faccia ascoltare. Ed esso lo ascoltò e amò tutti perché in quei tutti amò quella verità di quel Maestro buono, caro a loro.
Ed ecco Paolo, uomo di cimento, uomo di giustizia, uomo di avvenimenti, uomo che poco si curava del cuore… ed il sangue scorreva nelle sue mani e poco si curava perché voleva annientare quell’amore nascente, ma bruciato si restò e bruciò gli altri.
E come un’ara si portò all’uomo ove venne tutto bruciato e portato al Padre suo quel cuore bello, pronto alla difesa e mai all’offesa, pronto a dire sempre quella parola che disse mio Figlio a lui.
Ed in questo dì, mentre ascolto le campane, vi benedico ancora uniti a Pietro, uniti a tutti i martiri dell’Amore nascente, dell’Alba d’oro, all’Infinito che si curvò sopra di loro e Si avanzò ancora su quelli che come loro amarono per questo Cuore che alati sa fare i cuori.
Ed in questo io benedico e vo.
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