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S. Voce 10 ottobre 1973

  • Immagine del redattore: marina Platania
    marina Platania
  • 16 nov 2023
  • Tempo di lettura: 3 min

Il Signore ancora favella con tutte voi, creature, che credete ed in questo credo ecco l'amore che grazie dà, ecco l'amore che viva fa l'anima perché nel credo il Cuore del Padre vive.

Cosa dirò stamane?

Parlerò del flagello della guerra.

L'uomo non si stanca mai di questa, anzi affila le armi per tanto male ancora fare.

Essa é nata con l'uomo perché egli non si é contentato mai del proprio stato; ha sempre usurpato la casa al vicino perché si sente il più forte, mentre i deboli muoiono di fame e di stenti.

La guerra è la nemica dell'umanità perché non porta bene: distrugge tutti i valori umani ed impera la morte bianca, e il dolore affligge l'umanità forse per secoli.

L'uomo non si dà pace, se non dopo aver sconfitto il suo nemico!

Ma chi ama la guerra, ama il prossimo?

Ecco perché é un grave peccato dare guerra ai popoli perché questi sono prossimo del fratello.

La lotta per la terra senso non ha perché questa, badate a quel che dico, é di nessuno.

Si ha il dovere di lavorare la terra per vivere e dare a chi lavorare non può, questa è la Legge data dal Padre all'uomo di buona volontà.

Quell'uomo usurpa la terra del vicino perché si sente il più forte, ma quella terra sua non é.

Quindi perché si fanno le guerre?

Per nuocere a sé stessi, cioè a coloro che hanno osato alzare le mani per prendere, mentre queste rosse sono di sangue!

Passo oltre e dico a chi ama la guerra per arricchirsi di materia... che la sua mente aperta alla verità sia.

Il prossimo è colui che sta vicino al fratello, colui che ha bisogno di una mano, che ha bisogno del nutrimento, colui che s'incontra per la via ed una mano desia, colui che soffre, che duole, che appella.

Quindi caro al Signore è il prossimo e questi è nato dall'uomo come siete nati voi uomini e tutti voi avete un'anima cara al Signore. Essa ha tutte le possibilità date per essere figliuola del Signore perché Ello così volle.

Quindi essendo figliuolo del Signore, l'uomo ha il dovere di dare il cuore, la mano ed un domani che nero non sia.

Su questo concetto è bene che l'uomo si fermi e non dia dolore a chi lavora il suo campicello per nutrire i suoi piccoli e chi lavorare non può perché è nel suo diritto di uomo. L'uomo ha diritti e doveri: diritto alla vita, diritto ad essere inserito nella società cui appartiene, diritto ad essere aiutato per non cadere, diritto ad essere uomo nel vero senso della parola, diritto ad essere curato, consolato, sollevato.

E i doveri?

Colui che ha ricevuto dal fratello quell'aiuto che ho detto avanti, ha anche lui il dovere di fare altrettanto: ha il dovere di lavorare, ha il dovere di dare al prossimo quello che gli spetta, il dovere di inserirsi nella società per bene fare, il dovere di amare la sua famiglia, i figli, di amare Chi la luce Gli dà come il pane quotidiano.

Se costui non ama il lavoro, la pace, la concordia, ebbene, che vada lungi dal vivere sano perché non feconda ed il marcio porta.

Quindi diritti e doveri attendono all'uomo: secondo le sue possibilità egli ha il dovere di dare nel suo diritto di essere.

Figliuoli miei, voi tutti mettete in mente questo che fatto mettere in carta e pensate che diritto e dovere si danno la mano: se uno è meno, l'altro valore non ha.

Ed allora ecco che vò e dico a domani.

Ma... attendete. devo ancora benedirvi.

Allora benedite sempre anche voi e questa benedizione eterna sia per avere il perdono del grande Amore che qui parla per dare all'uomo la sospirata pace.

A domani.


 
 
 

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