Messaggio 3 Dicembre 1970
- marina Platania

- 1 nov 2021
- Tempo di lettura: 14 min
Aggiornamento: 3 ott 2022
Pia, come è consuetudine, registra la data: 3 dicembre 1970 parla la Santa Madre , Maria in Pia
ma la Santa Madre dice:
Ripeti: 3 dicembre 1970, parla nel cuor di Pia la Madre del Signore.
Non dimenticate questo sguardo. Desidero in questo mese che ricorda un grande Avvenimento, un grande Evento, una grande Fede, un grande Amore, una grande Luce, una resurrezione per le anime che hanno saputo trarre da questa l’amore vero per avere la pace tutti nel cuore. Però desidero che ciascuno di voi il giorno 22 faccia un esame personale, un esame per se stesso e poi che si avvicini all’altare.
Questa sera io vi voglio parlare di tre peccati che per voi non sono tali, ma pensate che sono la radice di tutti i peccati che l’uomo può commettere, io parlo dell’uomo, non per voi, figliuoli miei…mi capite. Quindi questi tre peccati stanno sulla terra come attaccati a questa per dare la loro fioritura tutto sul negativo. E quali sarebbero questi tre peccati? Certo che nei Comandamenti non ne parla di questi, ma io ho detto che sono la radice di tutti i peccati che l’uomo nel cuore porta, purtroppo. E quali sarebbero? L’indifferenza, non sembra un peccato, vero, il disamore, l’egoismo. Tutti i peccati che voi pensate, sono attaccati a queste tre radici.
Aspettate, l’indifferenza è peccato? No di certo… E’ un grave peccato, gravissimo perché è la conseguenza di tutti i peccati che l’uomo può commettere. L’indifferenza all’altrui dolore, figliuoli, non vi sembra questa una cosa grave, l’indifferenza ad amare il prossimo, l’indifferenza a tutto ciò che lo circonda, l’indifferenza a tutto ciò che parla di Dio, l’indifferenza a tutto ciò che pesa nel cuore, l’indifferenza allo scandalo che vede presso di sé. E questo è un uomo, è un uomo questo… un uomo senza cuore, un uomo vuoto, un uomo nudo di Dio!
Ecco il primo Comandamento: “ Ama Dio e il prossimo tuo!” Ma se quell’uomo è indifferente a tutto, a Dio, al prossimo suo, a tutto… vedete la radice di questi grandi peccati!
“Onora il padre e la madre.” indifferente! I genitori? Eh, se la vedono loro… vivono, non vivono… pregano, non pregano… è indifferente, si nutre lui e basta…!
Poi c’è il disamore che fa compagnia a questo, camminano con le mani tutte e due uniti, la mani unite: l’indifferenza e il disamore. Non amano nessuno che loro stessi e questo è un peccato; non amano Dio perché, perché non Lo sentono, restano così, senza amore, vuoti… e senza amore come può vivere l’uomo, come si può vivere?! E neppure c’è amore e questo è logico, un essere, quindi, privo di anima, privo dello spirito fecondativo, privo di un cuore che vuole calore, un essere che non è essere!
Il terzo comandamento (peccato) che sta unito a questi due è l'egoismo, una piaga veramente che fa tanto male al cuore. Vedo delle donne che pensano tutte per se stesse; i figli, lo sposo. niente! E questo non è peccato? No, non è peccato! E perché non è peccato? I figli che la maledicono, il marito peggio ancora! E poi è un peccato davanti a Dio perché l'egoismo Dio lo punisce perché è vicino, molto vicino all'avarizia, molto vicino all'avaro e all'usuraio perché pensano e prendono per se stessi, tutto il resto non vale.
Allora unito all’indifferenza e al disamore, tre peccati che stanno uniti.
Certo ciascuno di voi dirà: “Io non c’entro.” No, figliuoli miei, c’entrate quasi tutti, quasi tutti e pensate che sono la radice di tutti i peccati.
Questo che avete letto stasera: quella donna era sull’orlo di perdersi, avete notato, ma non era indifferente a tutto ciò che la circondava, tanto che si segnò bagnandosi la mano in quel mare, quindi non era indifferente, il suo cuore amava, voleva amore, non trovava amore, ma lo cercava, lo cercava nell’uomo, purtroppo, quando invece in quel Qualcuno lei sentì il vero amore e se ne pentì là, vicino a quel grande mare, in quella grande creazione di Dio, in quel respiro di Dio, in quell’amore di Dio, lei Lo sentì e si vestì. E ritornò sui suoi passi per non incontrare più quell’uomo.
Ecco, quel bambino, l’innocenza, la purezza! Ecco Dio cosa insegnò a quella donna: “Sii pura come questo bambino, ecco, tienilo nel cuore per sempre tale. Dio penserà anche per te, provvederà anche per te! Egli ha dato quel mare, lo ha dato a tutti gli uomini, ricco, fecondo, meraviglioso, ebbene, penserà anche per te, donna!”
E quella capì, capì… vedete, all’andata era infelice perché cercava qualcuno, qualcosa… e infatti disse: “Non credevo che Tu, Dio, mi amassi, non credevo perché nessuno ha mai dato un po’ di amore a me, un po’ di calore, un po’ di comprensione!” Aveva trovato l’indifferenza, aveva trovato l’indifferenza unito all’egoismo e al disamore. Figliuoli miei, vedete, e quell’uomo la portava alla perdizione. E invece andava per ritornare a casa: era piena di Dio, vuote le sue tasche, ma era un’altra persona quella, non era più quella donna perché nel suo cuore non c’era l’indifferenza, non c’era il disamore, non c’era l’egoismo, no, figliuoli miei. Ecco, vedete la differenza: era una donna sola, ma non era sola, lei si credeva sola, ma c’era Qualcuno che la proteggeva. E infatti lo Scritto lo dice: “Io credevo che ero sola, sola con me stessa… invece c’era una grande Potenza, proprio una Potenza grande per me, solo per me!”
Figliuoli, questo Scritto ha intenerito il cuore di voi certamente. E allora voi nel chiuso della vostra cameretta commentate tra voi e voi queste tre parole, questi tre peccati, queste tre radici di tanti peccati. E non siate indifferenti all'altrui dolore, cercate di essere comprensivi in tutto, cercate di amare, soprattutto, e fuggite dall'egoismo, fuggite dal disamore. Badate che il disamore non porta l'uomo a Dio perché Là è tutto amore. E dove andrà l'uomo? Se non c'è amore, non è uomo, non è figliuolo di Dio. Ma amare chi, amare lo sposo? No, figliuoli miei, amare l'umanità, ecco, amare al di sopra dell'umanità il Creatore dell'umanità, amare col suo esempio prima, con l'esempio di chi sente veramente amore, l'esempio casto. Cacciate via l'egoismo, se volete amare, cacciate via l'indifferenza, cacciate via il disamore, sono tre pesi che l'uomo porta nel cuore, tre pesi, cacciarli bisogna se Dio volete sentire nel cuore.
Quella donna, mi sembra di rivederla in quella strada, presso quel mare, parla con quel bambino, parla con quel vecchio. Guardate, sono quattro figure che inteneriscono il cuore.
Vedete, gli Scritti si leggono così, si leggono e poi si dimenticano… domani ce ne sarà un altro, un altro, un altro. Ma se voi vi fermate in un solo Scritto, uno solo, figliuoli miei, quello Dio vi farà vedere perché Dio è in tutte le cose, Dio sta qui in voi, presso di voi, ma non sta vicino all’uomo indifferente, all’uomo freddo, ostile a se stesso, all’uomo egoista, all’uomo che non ama, non può stare là perché Lui è ricco di calore, di dare calore, ma trova là… cosa trova? Un albero da tagliare, figliuoli miei, e allora cosa può dare, niente!
Quella povera donna che l’uomo la schivava perché era povera, bisognosa, non dava amore l’uomo, non dava amore e perché? Perché la donna era pura, per bisogno stava a perdersi, ma dentro di sé era pura, ecco, era pura.
E Dio Si piegò su di lei dando la grazia sua, la sua Mano e la portò là, presso quel mare:
“Ama questa grandezza che ti coprirà per dare a te la grandezza e se sarai grande, sarai grande davanti a Dio!”
La portò presso quel bambino, presso la purezza: “Sii come questo bimbo!”
La portò presso quel vecchio che lavorava: “ Lavora, lavora, figliuola mia, chiunque sia, il lavoro riabilita, dà amore, dà stima. Lavora, figliuola mia!”
Ecco, tutto qui, figliuoli miei.
E allora in questi giorni così cari che voi pensate sempre ad ornare la casa, pensate a fare l’albero di Natale, chiamato così, ma io non l’approvo perché non dà nessuna poesia, figliuoli miei, niente; a fare quel piccolo presepe e perché quello è fede, quello sì che sta nel cuore perché c’è qualcosa che parla, qualcosa che sa parlare al cuore; pensate di fare piccoli regalini… ebbene, figliuoli, pensate per l’anima vostra, vestitela a festa e offritela al Signore di tutte le cose, ma prima di offrire la vostra anima a Dio, pensate queste tre parole e fate di tutto che esse non siano mai in voi, mai!
E allora fortificatevi, siate forti e vincerete.
Sapete, un fatterello, quando mio Figlio incontrava un essere così indifferente alle sue parole, senza amore, tutto un impasto di egoismo che faceva tanta pena, diceva a me, sua madre: “Non ho ove posare la mia Mano!” Quell’uomo era una pianta senza foglie e Si addolorava il mio caro Figliuolo.
Una volta fu invitato ad un banchetto, non so, una festa, piccola festa, una cosa piccola però, così in piccolo, e c’era un piccolo servo, piccolino, che lavava i piedi agli ospiti, li serviva in certo qual modo. Questo piccolo ragazzo, dopo aver fatto i suoi servigi, si mise in un angolino di quella cameretta a guardare mio Figlio. Mio Figlio sentiva quello sguardo e Si voltò a guardarlo: figliuoli, si compresero!
Si avvicinò e disse: “Maestro, sapete, io Vi voglio tanto bene!”
Sorrise Gesù: “Anch’Io!”
“Mi prendete con Voi? Io Vi so pulire la casa, Vi so lavare i piedi, so fare un po’ di tutto.”
Mio Figlio lo accarezzò: “Tu vuoi essere il mio servitore?”
“Sì!”
“Servi il tuo fratello qui, in questa casa, però, ricordati, ogni giorno di’ al padrone di sorridere a te.”
“Ma non lo fa il mio padrone, no!”
“Tu glielo devi dire con le buone. Quando quest’uomo ha sorriso dieci volte, tu pensi il mio Viso ed Io sorriderò a te!” Guardate!
Quel bambino disse: “Sì, padrone, Maestro, sorriderò al mio padrone, vedrete. Se mi darà busse, io Vi ubbidirò!”
Sorrise il dolce Figliuolo mio e tutto finì lì.
Dopo un paio di giorni incontrò il padrone.
“Maestro, voi avete stregato il mio servetto!”
“E perché?”
“Mi sorride, non so, mi sembra non so che cosa… ed io Vi assicuro che sorrido a lui, ma perché?”
“Oh, - Gesù disse - finalmente vi ha visto sorridere! Anche adesso state sorridendo, vedete! Se manca il sorriso nella vostra casa, a tutti i componenti d’essa famigliola, ma voi portate il malumore in quella casa. Quel banchetto era senza senso, senza amore, senza vita perché voi pensavate a quello che si spendeva là…”
Quell’uomo arrossì: “E Voi come lo sapete?”
“Ma Io leggo dentro! Ma, state a Me, state sereno e sorridete alla vita che vi si dona!”
“Allora quel bambino…”
“Sì, quel bambino era un mio scolaro ed è un mio scolaro. Mi raccomando, vogliategli bene, è un bambino, è tutto mio!”
“Oh, Maestro, Voi avete qualche cosa che io non so dire, avete vinto Voi! Vedete, io ho un carattere così chiuso veramente… ma quel bambino là… ma cose, cose, cose…” insomma, poveretto, salutò mio Figlio e sorridendo se ne andò.
Figliuoli, allora fate sorridere la vostra casetta, i cuori vicini e lontani e preparate, che cosa preparate? Il vostro cuore in quel santo giorno, che Gesù possa benedirvi, voi e tutti quelli che stanno in voi.
Figliuoli miei, a domani.
Dicembre 1970
Parla la Madre del Signore.
Voi certo vi chiedete perché io vi guardo. Se voi sapeste il perché, è una cosa grande: per imprimere in me il vostro volto, nel mio cuore di Madre, pensate, figliuoli miei, quanto io vi ami, per riconoscervi un giorno perché, come ben sapete, il volto che voi portate adesso, è il volto del corpo, infatti somiglia al padre, alla madre, ai parenti, insomma, il corpo, il volto è una forma dei vostri antenati. Ma l’altro volto, il volto dell’anima è il frutto delle vostre azioni, è il frutto delle vostre opere, è il vostro cuore messo così come sopra un leggio e sa dire tante cose.
Ma non dimenticate che guardandovi ad uno ad uno, io non guardo questo corpo, questo appartiene a voi, ma io guardo l’altro volto che appartiene a Dio perché Dio ha dato la sua volontà e voi vi siete formata anima dando il volto del vostro cuore. Io guardo quel volto!
E allora fate che esso sia dolce, che sia comprensivo, ma, soprattutto, che porti il segno dell’amore, basta solo questo, solo questo.
Ma se io mi metterei ad uno ad uno a leggere quello che io vedo in voi, che cosa voi ne direste, figliuoli miei? Certo non sempre si riderebbe, no, figliuoli miei, perché non è quel volto che io desidero… Ed io sono qui per formare quel volto.
E allora state attenti agli Scritti che si leggono, alla mia voce che parla qui, date esempio di voi.
L’altro giorno ho parlato dei tre, eh, dei tre peccati. Stasera vi chiedo che cosa offrite al Buon Gesù.
Avete pensato l’offerta che far dovete? Io ne cito una così per incoraggiarvi: offrite il cuore materno, del resto l’uomo lo mette piccolo in quella cuna, vero, allora come un bimbo.
E allora voi offrite il vostro cuore ricco di maternità, ricco di altruismo, ricco di perseveranza e di rassegnazione, ricco di una promessa che fate là, presso quella cuna.
Ricordo, quando è nato il mio Piccolo - vedete, mi sorride il cuore come io penso il mio Piccolo e adesso è grande, ben grande! Eppure io lo vedo sempre piccolo perché per la mamma è sempre piccolo - venne una donna, poveretta, pensate che faceva freddo perché la sera di là fa freddo.
Quella poveretta era scalza, allora vi erano molti piedi scalzi… Prima di entrare in quell’asilo si lavò i piedi con la neve, pensate, cioè con la terra fredda, perché era d’uso, ed entrò e disse:
“Madonna, io sono povera, vedete, ma offro qualche cosa di grande a questo Bambino perché Esso sarà singolo davanti all’uomo e caro a Dio, offro la mia parola, io parlerò solo per dire: “Sia lodato Dio di questa grazia che ci ha dato!” era una poveretta. E allora lei lasciò qualche cosa in quella cuna, figliuoli miei, state attenti, in quelle tasche capaci tirò fuori un piccolo fazzoletto e là c’era scritto il suo nome, solo il nome, e lo mise sotto la paglia, così, disse: “Madonna, tenetelo qui, che questo non conosca mai le mie lacrime, mai!”
Io sorrisi e la benedissi, ma quel Bambino, ascoltatemi, figliuoli, le sorrise, un sorriso aperto.
Quella rimase così sbalordita. “Così piccolino già comincia a capire?!
“Ma certo!” dissi io.
“Oh, i tempi! Una volta per ridere i bambini, passavano dei mesi. Adesso guarda un po’ che mi sorride. Allora mi vuole bene, vero?!”
“Ma certo, buona donna, certo, vorrà bene a tutti!”
“Vi prego, non lo togliete quel fazzoletto là. Poi quando Lui sarà grandetto, me lo vengo a riprendere. “ E andò via.
Naturalmente io, sapendo che quel fazzoletto bisognava ridarlo, lo presi e lo misi da parte perché si poteva sporcare, non solo, ma, sapete, non era la mia casa, dovevo andarmene via di là.
Ebbene, figliuoli miei, quando Gesù predicava in su le strade, il Cristo incontrò una vecchina che non chiedeva la carità, cercava il Maestro.
“Gesù, vengo a ritirare il fazzoletto, sapete, non ho pianto da allora, ho avuto una grande rassegnazione, una forza che viene dal vostro Cuore, da quel sorriso.”
Mio figlio sapeva di quel fazzoletto perché io gliene avevo sempre parlato, ma naturalmente addosso non l’aveva.
“Sì, buona donna, la mamma mi ha parlato di questo, ma addosso non ce l’ho.”
“Non mentite, Maestro, voi avete il mio fazzoletto.”
Gesù sorrise: bisognava accontentarla! Ebbene, figliuoli miei, il fazzoletto non era quello, ma c’era scritto il suo nome in quel fazzoletto che Gesù porse a quella donna. Quella se lo strinse: “Sapete perché lo porto in me? Perché io, vedete, ho avuto una forza di non parlare mai con nessuno, per tutti sono muta perché io, quando parlavo, facevo sempre del male involontariamente. Adesso che sono vecchia, certo non ho più la forza di parlare. Allora ecco che questo fazzoletto ritorna a me per metterlo così, accanto al mio cuore quando io non sarò più.”
Giunto a casa, il mio dolce Figliuolo mi raccontò l’accaduto ed io lo cercai il fazzoletto, ma non lo trovai più: era stato dato a quella donna.
“Ma non era quello.” disse mio Figlio. E va bene… il nome portava scritto quel fazzoletto! Guardate un po’ quando Dio opera nella sua grande misericordia!
Quella era una povera donna che appena si vedeva… e come mai quella grande Potenza poté accontentare quella donna, che poi era un capriccio, era anche una fede, ma non era una cosa impellente, una cosa grande da poter fare un grandioso miracolo. Eppure quel fazzoletto parlava e portava il suo nome, che neppure Gesù lo sapeva, perché era, come preso, così messo il nome. Quindi alla prima parola di quella donna, già incise il suo nome su quel fazzoletto, restò là.
E quanti di questi ve ne potrei dire, figliuoli miei!
Giusto Giovanni disse che poteva parlare tutto il mondo della Parola di Cristo, dei fatti di Cristo, della sua Volontà, del suo grande amore per l’uomo, per quello sconosciuto che si lamenta perché zoppica e non sa perché zoppica, che si lamenta perché ha sempre fame e non sa perché ha sempre fame, mentre una mano lo regge e lui non sa, lo vuole per ello non soffrire più. E lui non sa e va, mentre zoppica, forse bestemmia, mentre ha fame; forse impreca e non sa che quella Mano lo benedice perché l’uomo non sa perché bestemmia, perché impreca.
E’ una cosa così grande, figliuoli miei, voi non potete mai capire la grandezza di Dio e la sua grande misericordia!
Cosa aggiungerò mai stasera? Vedete, avete letto quello che ho scritto io quel giorno festivo, vero? Ebbene, questo Scritto mettetelo a mente, figliuoli miei, per avere voi il senso della maternità perché tutti voi, pur non avendo figli, dovete essere madri dell’uomo perché la maternità è innata nella donna. Guai a quella che non conosce la maternità, che non sente la maternità, che rifiuta la maternità per il mondo! E’ un peccato grave che pesa perché… perché questo dono è voluto da Dio, ma lei, se non ha seminato, quindi non ha attecchito in quella terra perché arida, perché vuota, perché sterile, il vero peccato è questo!
Quindi parlare in famiglia, col vicino, con lo sconosciuto maternamente, ecco, non costa, figliuoli miei, non costa parlare con quel linguaggio dolce che avvince.
In uno Scritto che ancora dovete leggere, Gesù parlò un giorno a un fariseo.
“Maestro, voi avete qualcosa in Voi per attirare la gente, sembra una stregoneria… ma scusate se dico tanto, ma non so che cosa avete Voi, la gente Vi segue, muore di fame, ma Vi segue!”
Gesù gli sorrise, sempre Lui sorrideva, sapete, sorrideva sempre il mio caro Figliuolo, e sorrise a lui.
“Ecco, Maestro, cosa avete Voi, avete un sorriso che non so definire, qualche cosa che resta nel cuore.”
“SeguiMi, figliuolo!”
“No, Maestro, io sono un fariseo, la mia casta… sapete, ho la mia fede!”
“Ah, sì, la tua fede! Allora aspetta che la tua fede ti sorrida. Va, uomo, che il Padre ti benedica!”
Quindi quell’uomo sentì, capì il grande dono di Cristo in quella dolcezza che portava ovunque, ma fece un passo indietro per superbia, sapete, perché mio Figlio era povero! Allora, come ora, si guarda il vestito, si guardano le scarpe, si guarda se c’è qualche anello… e non si guarda né il cuore né la dignità umana né l’onore di quella persona e questo è doloroso!
Spesso vedo delle donne farsi avanti, andare avanti, quando hanno un passato che fa dolere il cuore, un passato nero! Mentre una povera madre di famiglia, tutta una poesia, figliuoli miei, perché è tutta tenerezza e amore, tutta una cosa grande perché è ricca di amore, ebbene, neppure guardata perché quel vestito dice che è povera, nullatenente… non sapendo che di queste è il regno dei Cieli e non di quelle che pensano per il vestito, mentre l’anima muore ora per ora.
Ma perché io sono qui, figliuoli miei, per vestirvi, non il corpo, ma l’anima vostra, l’anima.
Che cosa è l’anima? Ma siete voi stessi, figliuoli miei. Chiedete a chi si presta come vede: non c’è nessuna distinzione tra il vivo e il passato, tra il presente e il passato, sono uguali; quindi due persone in una: una marcisce e l’altra va davanti a Dio perché figliuola dell’Altissimo Signore. E come sarà quel vestito? Sarà di seta o sarà di stracci o sarà nudo completamente che soffre il freddo e la fame, sì, la fame, che ha fame di Dio e non Lo trova; ha freddo, desidera quel calore e non lo trova, non lo troverà e perché? Perché ha amato la terra ed è vestito di terra, perché resterà in terra!
“Signore, - disse una volta una donna in un vostro Scritto - Ti prego, avvisa i miei figli che essi non vengono qui uniti a me per soffrire! Loro calcheranno le mie orme e cosa ne sarà di me, proprio di me?!”
“Oh, - il Padre disse nel cuore a quella donna - hanno i profeti, hanno gli scritti, hanno l’esempio dei beati, non gli basta!”
“A me non mi è bastato, Padre, sono stata una peccatrice, ma i miei figli no, salvali, salvali!”
Con chi parlava? Col Padre? Con se stessa! Il Padre stava lungi da lei perché tante volte l’aveva chiamata, tante volte l’aveva sorretta, tante volte aveva usato la sua misericordia, ma quella donna dura, amante della terra, un pugno di terra era che ancora parlava, che ancora piangeva, che ancora pregava Chi non aveva mai pregato.
Allora offrite in questi giorni il vostro cuore materno al Piccolo Nato, ma è tanto grande che vi coprirà.
Se chiedete una grazia, come avete sentito, ebbene, la vera preghiera è offrire questo cuore, il Padre sa quello che voi desiderate, quello che voi anelate; ma offritelo così, con grande tenerezza, spoglio delle miserie umane, spoglio dei vizi, delle lusinghe, delle calunnie, di tutto, puliti, figliuoli miei, puliti per entrare nella vostra casa adorna solo di una sola parola, che voi ben mi capite, per Ello benedire e darvi la strada facile, che essa sia con tutti voi, figliuoli miei.
Andate in pace.


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