Messaggio 27Luglio 1967
- marina Platania

- 24 ott 2021
- Tempo di lettura: 7 min
Aggiornamento: 17 lug 2022
parla la Santa Madre, Maria in Pia
Una pioggia che vi lavi il cuore, o mio Signore, una pioggia di bene io qui Ti chiedo per queste creature che stanno qui a soffrire il caldo per sentire Me.
Ti prego, o Padre, sii sempre Padre, manda una pioggia di bene per ristorare il cuore e le membra pure!
Ecco, figliuoli, il dire di me.
Vidi venire un uomo lemme lemme. Era stanco, poveretto, che pietà mosse a me:
“Cos’hai, povero uomo?”
“Oh, donna, - mi rispose – tu sai il mio dire! Il mio cuore è stanco per tanto dare.
Io vidi in me due strade, belle le trovai e m’incamminai, facendo un passo in una e un passo in un’altra. Ecco come stanco sono, ma l’anima mia, ahimè, si è stancata, ma poco si è vestita!”
Ecco, figliuoli miei, di questo dire desidero parlare stasera a voi.
Ognuno di voi deve sentire nell’anima sua, nel suo cuore, nel suo io una strada,
vedere in essa una missione, perché tutte le creature hanno avuto dal Padre una data missione.
Quel vecchio, cui parlai, prese due missioni, due belle, ma… rimase così in mezzo alla strada perché, stanco il cuore e pure le membra, non completò neppure una missione data e si trovò in mezzo alla strada.
L’età giunse e la morte pure. Ed allora?
Ed allora, figliuoli miei, quella missione che voi sentite, tenetela cara, completatela, di questo sempre io ho parlato, perché specialmente la donna che ha famiglia, cioè sposo e figli, non può, non può prendere due strade perché ne smarrirà una e pesante sarà il cammino anche per l’altra. Quindi non completerà né l’una né l’altra.
Pensate, il mio Figliolo dovette lasciare il suo lavoro ( interruzione per registrazione difettosa), mi avete compreso? Se Lui lavorava di mano, certo che parlare non poteva, non poteva andare all’uomo per dare la parte sua migliore, non poteva accudire al suo lavoro, ai suoi impegni.
Ecco, lasciò quel lavoro per andare in quella via ove era atteso da secoli… da secoli era atteso!
Quindi la sua missione già sentita doveva Lui nel suo Io fonderSi con essa, sempre in quella, non in due strade.
Il cuore mi duole nel dire questo perché una creatura elevata spiritualmente, cara a me, in lamenti stava appunto perché in queste due strade, ahimè, stanca si trovava perché la famiglia vuole la sua parte, come la sua parte quella missione. Ed allora?
Allora, figliuoli miei, state forti in una e che questa sia completata sino alla fine dei vostri giorni, badate a quel che dico, fino alla fine: ecco la perseveranza, ecco la pazienza. Ed in questa missione date tutto di voi, tutto di voi; non temete perché ognuno di voi deve dar conto di questa missione, deve portarla così come un canestro, perché è completo quel canestro, ricco di fiori, ricco di opere vostre, di azioni, di parole poetiche, come ha detto la Santa Voce stamattina, anche di questo Lui ha parlato ancora, perché deve essere completa.
La mia missione! Quale sarebbe la mia missione? Quella di parlare qui, voi direte.
No, figliuoli, la mia missione è una: portare l’uomo a Dio!
Allora parlo qui, mi dono là, aiuto, sano, corro, mi dono, mi fò piccola, mendicante d’amore, ma è sempre una missione: portare l’uomo a Dio, portare la sua pupilla al Padre, portare il mio figliuolo a Dio.
Mi stanca il cuore, certo di sì, anche il passo, ancora, ma io guardo il Cielo e prendo forza, sorrido all’esule e quello sorride a me e quel sorriso forza mi dà; mendicante d’amore, perché do tutto il mio cuore e nuda non resto, ancor mi vesto perché do la parte più bella: do il Padre che sento in me!
La mia missione è quella di aiutare tutte le madri, le madri che poco sentono questa forza che sento io, di dare tutto di me.
Quante madri si chiamano tale e non lo sono, figliuoli miei, anzi fanno piangere il mio cuore perché i virgulti lasciano a se stessi, sulla strada, sul marciapiede… e domani implorano me, quando quella figliuola è perduta, quando nulla fare si può perché il fiore della bellezza è morto sullo stelo, della purezza, dell’orgoglio dell’uomo perché l’uomo, state a me, è ricco di orgoglio perché figliuolo del Padre. E quando lui perde la sua bellezza, la sua purezza, non è più tale, è una cosa, una cosa che fa tanto male. Ed io presso cerco di sanare, di aiutare, di sollevare, di spingerlo al bene, mentre il male lo incalza, lo tira e perdere lo vuole.
Ecco la mia missione!
E voi, figliuoli miei, qual è la vostra missione? Solo amare Dio? E i vostri cari, il prossimo, il fratello? Ma in quello voi trovate il Volto del Padre, il Volto di Colui che è.
Quindi fusi in uno in quella missione: amare Dio e il prossimo vostro.
Poi c’è quel lavoro, ma quel lavoro non è una missione, quello è un vantaggio proprio per vivere, nutrirsi il corpo, badate a quel che dico.
La missione deve partire dal cuore, dall’anima.
Una madre di famiglia si darà tutta per la famiglia: a far le pulizie, a vestire bene i bambini? No, figliuoli miei, la missione di quella donna madre è portare i figli al Padre, nella santità della famiglia vivere deve, deve sentire l’orgoglio di essere madre pura e generosa nel suo grande amore.
Quindi la missione non è quella di stare in casa ad agucchiare, no, ma elevare le anime che stanno attorno, vivere per dare vita, vivere per dare il cielo, vivere per dare il domani.
La missione dell’uomo che lavora, non è una missione, quella è una cosa, necessita, un vantaggio proprio, per i singoli, per la famiglia, ma non è una missione.
La missione è in quel lavoro trovare Dio e dare Dio: ecco che cosa è la missione.
Quel professore si affatica a studiare, insegnare, ricco di talenti e di monete. E’ una missione?
No, figliuoli! La missione di maestro deve essere la sua, maestro delle anime e lui là, in quella cattedra, lui là, davanti a quegli scolari deve essere il maestro, non il professore, il maestro delle anime che stanno là ad ascoltare lui. Quindi tra un compito di matematica, di fisica o di storia lui deve mettere per suo dovere la purezza nei costumi e nei doveri, la libertà in tutto, sempre sancita nel Nome del Padre, del Signore di tutti noi. Questa è missione!
Quante anime, stanche da non dire, vanno per quella via, ombre sono e ombre saranno perché nella vita hanno trovato tutto, meno una sola strada, quella che conduce al Signore perché, ricchi di monete, ricchi di talenti che restano qui in sulla terra, elevati a Dio non si sono e vanno, vanno e sempre sulla terra stanno perché non hanno sentito in loro quel fuoco che è appunto quella missione di dare la parte più bella che conduce all’eternità, all’infinita eternità.
Ecco il mio dire, la mia missione è ancora qui, completata ancora non ho perché è tale e sarà tale quando tutte le creature canteranno al Padre, tutte le creature di buona volontà, dico, non tutte le creature, purtroppo il numero è ristretto appunto perché l’uomo nel suo io non si è guardato.
“Perché io sono nato, per solo lavorare e mangiare il pane col sudore della mia fronte, solo questo? Allora per nutrire il corpo ed essere un verme domani?!”
No, figliuolo mio, tu non sei nato per nutrirti il corpo, ma per vestirti l’anima di cielo, di amore, di altruismo e di abnegazione. Ecco la missione di tutte le creature che aspirano al Padre, a Dio nostro, a quel riposo eterno, quel domani che esiste, che è vero, figliuoli miei.
Ed io vengo di là per svolgere quello che nel cuore io sento, per dare quello che nel cuore io ho, per dire a tutti voi, figliuoli miei, per dire a quella madre: “ Mia sarai!” A quella ragazza: “Mia sarai! Ma sta’ attenta, figliuola, se vuoi essere mia, incamminati su quella strada. Vi sono pietre, spini, sì, anche io ne ho trovati, ma con la pace nel cuore sono andata incontro a questi e la pace ho dato, l’amore puro. Allora va’, figliuola, va’, figliuola, io sarò teco!” Sì, figliuoli, io sono con voi, sempre con voi perché vi amo, perché vi voglio là, in quella grande Mensa ove starete vicino a me, vicino a me. Andate in pace.
… il Padre non dice niente, neppure Lo vedete. V’incamminate ove sempre avete camminato: se è il bene, nel bene; se è il male, nel male certamente.
Pia dice: “ Il Padre non Lo vediamo! Maria Santa, oh, Maria Santa, come facciamo noi senza vedere il Padre?!”
AmateLo e Lo vedrete, ubbidite e sarete in Lui. Io Lo amo tanto, figliuoli, perché è tutto mio.
Stringete al seno un bimbo che incontrate povero povero: ecco il Volto di Dio!
Quel fiore sullo stelo che sta per cadere, date vita: ecco il Volto di Dio!
Quella mano che trema perché non ha forza di prendere: ecco la Mano di Dio! E così via, figliuoli. E voi stringendo al seno quel bimbo, quel fiore, aiutando chi trema la mano perché non sa prendere, voi continuate quest’esercizio che già avete fatto e per voi non è singolo, non è difficile, sarà come sempre, sarà vostro, sarà vostro il Padre, ecco, tutto qui, figliuoli. Io parlo qui perché amo Dio, Lo porto, ecco sono nelle sue grazie perché piena mi sento perché amo Dio, Lo porto e Lo porgo a voi.
Certo che ho visto il Padre, è mio perché L’ho dato.
Allora siate generosi e il Padre così Lo troverete; siate buoni e Lui è ricco di bontà; siate puri e nella sua purezza voi vi specchiate. Ecco, che cosa deve dire il Padre al peccatore ostinato, che cosa può dire mai? “Vattene!” Non regge il cuore, figliuoli, no! E lui che va via perché si sente indegno di dire “Padre” perché mai Lo ha appellato, mai Lo ha sentito; si è nutrito delle sue grazie e Lo ha negato.
Ed allora cosa volete che faccia il Padre? Non lo vede e va, va… ove? Ove sempre è stato, dov’è la sua volontà, il suo cuore, il proprio “io”, ecco, ma nessuno lo caccerà, il Padre nessuno caccia, nessuno, solo coglie chi ha colto, ama chi ha amato, ecco.
Andate in pace, figliuoli, e pensate queste mie parole e amate se volete vedere il Padre.
Amate come io Lo amo, come io Lo adoro perché sapete chi è il Padre, figliuoli: tutto il bello che voi vedete, tutto il sano, il puro, di una bontà infinita che dir non so, com’è la sua bellezza, la sua grandezza, la sua generosità.
Amate il Padre e vivi sarete, sempre vivi, la morte non vivrà più in voi. Amate il Padre, ecco!


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