Santa Voce 17 Novembre 1961 ore 6
- marina Platania

- 19 mar 2022
- Tempo di lettura: 4 min
Aggiornamento: 7 gen 2023
BEATI I MANSUETI
Il mio cuore a Te o Padre, lume che illumina tutte le menti, lume che scalda tutti i cuori, lume che sconvolge i bruti e fa vedere quello che essi il sono, lume che inonda l’ordine dato da Te, o Padre, e in esso ordine, l’amore tuo si innalza e scende sugli uomini di buona volontà, mentre gli altri muti restano e tali resteranno nei secoli.
Ecco il dire di Me:
Beati i mansueti, essi vivono con Dio, perché Ello è per eccellenza mansueto, mite, buono, misericordioso con tutti, anche con quelli che chiusi stanno, muto è il loro dolore per non avere amato Chi umile a loro si stava e non colpiva, ma stava a guardare, mentre in quell’ordine esso, il bruto parte faceva e inno non cantava.
E chi sono i mansueti?
State attenti, figli, sono coloro che pur innocenti non accusano, perché dolore hanno del fratello e subiscono e si immolano nell’ara dell’amore; quelli che non si ribellano alle altrui nefandezze, ma sperano in un giudizio che fa vedere, non condannare, il giusto, il vero. Coloro che come il Cristo nulla il dicono e sopportano le angherie dell’uomo e lo servono e lo amano pure perché lo sentono fratello.
Oh, figli, questi avranno il regno del Padre in loro!
Beati il disse il Figliuolo, ed Ello fu mansueto, come un agnello, il dite voi, sì figli, perché si mise in loro mani e non accusò, non si difese, ma pregò per essi.
Ascoltate: un soldato in una legione di altri tempi, era attaccato al suo padrone. Questo era dispotico, duro, crudele. Ma perché questo lo amava?
Ebbene, figli, questo lo amava per difendere quelli che cadevano in sue mani, quindi lo amava per quello che era, ma perché salvo lo voleva e con lui quelli che innocenti, ignari di quella forza malefica in lui cadevano.
Ecco che la notte esso scendeva nella prigione ove quel padrone teneva i nemici e portava loro i cibi e li confortava, poi ecco che fuggire li faceva. Era costui benvoluto da tutti perché per tutti esso era e perché quel padrone confidenza a questo il dava, perché era come quel cane che attaccato alla catena solo abbaiava e buona guardia faceva.
Un dì il padrone si accorse di quella mano che accarezzava e una grazia voleva per un condannato.
E tu, il disse, perché prendi le difese di quello che nemico ti è stato?
“Oh, messere, questo rispose, non è nemico vostro, è stato comandato da quel padrone crudele, duro e questo piuttosto che morire là, ha preferito morire qua, voi lo sapete come vanno queste cose!”
“Ma allora, disse il padrone, deve morire qua? Che muoia! Non ti pare?”
“Sì, messere, ma non vi trema il cuore nel vedere quel sangue innocente perché nulla di male esso ha fatto, solo servì quel padrone e il disse quello che dire doveva, non uccise, non rubò, non vi maledisse, quando invece voi se lo uccidete, certo che male fate a lui e alla famiglia di lui che sperano nella vostra indulgenza!”
“Che sia condannato e se tu continui condannato pur sarai!
Quel padrone firmò quella carta e quello, quello che implorato aveva per quella vita, dovette portare quel foglio, così umile, mite com’era!
Ecco il giorno della morte si appressa, quell’uomo pregò il suo Dio, tutta la notte non poté chiudere occhio, pensava a quel giovane temerario che si internò in quella fortezza solo per portare un messaggio a lui, a quel padrone ed esso lo uccideva per torto fare a quel padrone che più duro era di lui.
Ma ecco che si alza, apre la porta di cui esso le chiavi teneva e il disse: “Fuggite, amico, ma ricordatevi che io muoio per voi, lavorate in un altro padrone meno crudele, credete che un’anima avete, vedete, io credo, io vi amo appunto perché credo, fuggite, ite lontano da qui, prima che l’alba si vede, e perdonate questo padrone, perdonate sempre, anche a me!”
Quell’uomo non fuggì, stette là, e quando l’ora venne per essere condotto a morte, ello fu fiero di quella morte e il disse in faccia al nemico che stava a godersi quello spettacolo: “Io muoio, perdonandovi, sì, io muoio perché è bello morire per un padrone, ma voi, per quale padrone morirete?
Amico, il disse, a quell’uomo che piangeva dirottamente, ma io credo come voi, o certo che starò presso di voi e vi amerò così, come un figliuolo vostro”.
E lo baciò davanti a quel nemico che stupito rimaneva.
Appellò quel prigioniero e volle sapere il perché di quel bacio e quello rispose:
“La libertà mi aveva dato per fuggire da voi e non fare pesare sulla vostra coscienza questo delitto, ma io non volli, perché quell’uomo mi parlò di Dio, dell’anima che noi abbiamo tutti, ed allora ho preferito morire per ire in quel Dio e lasciare la terra senza nulla che mi pesi su quest’anima mia!
Amico, il disse, rivolto a quello che umile ascoltava: "Addio!”
Questo morì e il dì dopo, quello seguì.
Quello non si difese, nulla il disse, solo pregò per quel padrone che lui ancora amava e lui continuava nel suo dire, perché in terra lo lasciava per fare ancora del male e niuno c’era che fuggire faceva quella preda e più nero certo si faceva.
Ecco, figli, chi sono i mansueti, quelli che fanno la volontà del Padre, quelli che si piegano a quella bufera che uomo il dà, quelli che operano nel silenzio, per bene solo fare, quelli che si immolano per la salvezza di un’anima, quelli infine che amano e nulla chiedono che solo il bene di chi amano e nulla per loro.
Ecco che vo’, a dimane.


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