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Messaggio 5 febbraio 1970

  • Immagine del redattore: marina Platania
    marina Platania
  • 12 feb 2022
  • Tempo di lettura: 6 min

Aggiornamento: 16 ott 2023

5 febbraio 1970 parla la Santa Madre in Pia


Ecco nel Nome del Signore che parlo a voi.


Dopo tanti anni di continua donazione ancora io non vedo il rispetto dovuto a chi si presta. Allora, vi prego, quando entra da quella porta, salutate. Veramente questo non dovrei dirlo io perché va da sé… ma non tutti sentono questo dovere. Sapete, una volta si salutava con la mano alzata, tutti, specialmente quelli che stavano in una casta elevata, desideravano quel saluto dall’umile, non solo, e anche lui salutava all’umile. Era un saluto splendido, ma forse non capivano o, per meglio dire, non si capiva il gesto, il suo significato. La mano tesa è segno di pace, è segno di resa, è segno di amicizia, è segno di eguaglianza. Allora a chi alzava la mano, l’altro rispondeva pure a quel saluto e poi si appressavano spesso per darsi il bacio della pace. Adesso è tramontato questo saluto, ma era tanto caro! Quindi non dico “alzate la mano,” ma alzate il cuore perché io parlo a voi. Essa è la terra ed io semino a lei, ad essa terra, come voi siete la terra ed io semino a lei, ad essa terra, come voi siete la terra ed io semino a voi. Ma voi chi vi presenta a me, avete pensato a questo, chi vi ha presentato a me? E voi perché siete qui? Perché avete sentito nel cuore questa terra, umile terra che mai ha chiesto l’obolo, ma è stato dato l’obolo della mendicante perché chiedeva amore, comprensione e non disamore, non quella parola per ferire il cuore. Quindi voi preparati da una creatura che dà a me la forza di seminare la Parola di Dio, ma lei vi ha lavorato, ha zappato la vostra terra col suo esempio, con la sua parola convincente. Ed ora siete qui già terra da seminare. Ma voi vi sentite terra da seminare? E’ grave questo che dico stasera, è gravissimo! Badate, non dimenticate le parole di Cristo, ché il seminatore che semina, non tutte piante saranno: c’è chi cade sulla pietra, c’è chi sul greto del fiume, c’è chi sulla terra arida, c’è chi sulla terra ben concimata. Quindi la mia parola cade su di voi. Molti sono i semi che non danno frutto, ma, state a me, il seminatore raccoglie di più perché quelle spighe che non saranno e non sono soffocate, saranno piene, ricche di grano, mentre quel povero seme che è già morto, non si pensa più. E allora non dimenticate queste mie parole, siate terra fertile, lo dico per voi. Pensate che domani sarete sempre vivi e dovete essere piante rigogliose. Spogliatevi della vostra personalità, voi siete cenere! Ma se amerete Dio, se vi donate, se ricchi d’amore siete, no, quella cenere sa parlare. Agata, la vostra concittadina, umile, piccola, il nulla era. Figliuoli, dopo quasi migliaia e migliaia di anni, pensate, ancora semina, ancora cerca terra da seminare col suo esempio, ancora con le sue donazioni perché ancora dona, che cosa dona se non l’amore che lei aveva per il grande Donatore, per il grande Seminatore? Ancora semina Dio in tutti voi! Quindi è morta Agata? No, figliuoli, non è morta, ella vive e ancora si dona, ancora vuole terra per seminare, perché figliuola di Dio, perché pupilla di Dio. E voi domani perché non potreste essere come Agata, perché? Dovreste esserlo tutti perché avete ascoltato la Parola di Dio! Agata non ascoltò questa Parola, non ebbe nessuna Mano come l’avete voi: tutti voi siete stati beneficati da questo cuore! Agata viveva in un clima di persecuzione, di negazione, difficile dico, eppure si elevò dalla melma e diede il suo sangue per dimostrare che Cristo, come agli apostoli, era Dio! Spesso sento che in questa cappella c’è poca terra da seminare. Ebbene, figliuoli, non badate, cercate col vostro esempio di far sì che quella terra sia atta per seminare. Quando mio Figlio ebbe la missione dal Padre per incamminarSi in sulla terra per dare la sua vita, il suo sangue per la salvezza dell’umanità, non andò nei palazzi no, figliuoli miei, in sulla strada raccolse il povero, l’ignorante, il relitto. “Come, - dissero i capi - Si è circondato di gente povera, ignorante…” Ebbene, figliuoli miei, quei poveri pescatori, quel povero impiegato, hanno fatto sì, hanno dimostrato col loro sangue, con la loro fortezza d’animo, col loro cuore che Cristo era Dio in terra e lo dimostrarono non scrivendo, ma parlando, facendosi scorticare vivi, decapitare, arrostire! Una vita grama… ed io ne so qualche cosa, figliuoli miei! Quante persecuzioni, quanto strazio che non è stato mai scritto perché si viveva nascosti… ma Cristo è trionfato e con Lui tutti i suoi fidi! Allora, figliuoli miei, se sentite quella terra arida, vuota, stendete la mano, salutate col saluto divino “La pace sia con te!” Cercate di far capire che un domani esiste, non solo, ma, se vuoi la pace, cerca la pace; se vuoi l’amore, cerca l’amore. E dove, ove? Nel cuore umano? No, tu nel cuore umano devi seminare, devi dare. Ma cercalo in quella Fanciulla, in quella Maria di Nazareth che è ancora viva e parla a te per dare il suo Figliuolo come i pescatori, come quei poveri ignoranti, quel povero impiegato che lasciò il posto, poverino, per seguire il suo Maestro per avere la vita di domani. Sono morti questi? No, figliuoli, come non è morto il suo Maestro, non è morto il Maestro di quell’impiegato, di quel pescatore, come non è morta la Madre e tutte le anime che hanno creduto in Lui non con la parola, ma col loro esempio, col loro cuore. Allora, figliuoli miei, datemi terra per seminare, ma voi dovete darla col vostro esempio, con la vostra dedizione, col vostro amore. Ed allora io semino prima nei vostri cuori e poi in quella terra che mi presentate. Ma il frutto di questa terra sarà tutto vostro e pure mio perché io ho messo la mia opera. E poi uniti andiamo. Dove si va? Nel grande Seminatore, nel grande Donatore, di che cosa se non di pace, se non di amore? Figliuoli, vi prego, quello che è successo stasera, che non ritorni mai più! E, quando si parla, non dimenticate che a voi si dà il pane dell’anima vostra, non dimenticate che si dà la pace dell’anima vostra, non dimenticate che vi si vuole bene. Ed allora misurate il passo, le parole e amatevi a vicenda… quante volte si ripete questo! Ricordo, una volta venne Pietro a casa mia, imbronciato… Io mi sono messa a ridere perché era… un bambinone era. “Madonna, - mi disse - vostro Figlio protegge quello, protegge quell’altro…” Giovanni era un innamorato di mio Figlio e stava sempre dietro come un piccolo cagnolino, sapete, si attaccava a quel mantello, povero bambino mio, e tutti gli altri si sentivano menomati perché il Maestro stava sempre presso a questi, ma non era che stava Lui presso a questi, erano quelli che si avvicinavano sempre a quel Maestro perché Lo amavano. “Ma che cosa vuoi, Pietro?” io gli chiesi. “A me non mi si vuole bene! Quello vicino, quell’altro pure, quell’altro pure…” “Ma tu sei degno, ti senti degno del tuo Maestro?” “Mi sembra di sì”. “E allora va avanti, Pietro, ricordati che l’ultimo sarà il primo!” “Ma lo dite davvero, Madonna?!” “Sì, figliuolo, ricordalo”. “Ma voi mi volete bene?” ecco il bambino, senza amore non poteva vivere quest’uomo. “Certo che ti voglio bene! Aspetta, siediti.” Presi un po’ di pane, sapete, il pane era a forma allungata allora. Allora io ne tagliai un pezzettino e glielo porsi. Quest’uomo prese quel pane, ascoltate, figliuoli miei, e disse: “Madonna, voi mi avete detto che l’ultimo sarà il primo… mi si dà ancora questo pane?” “Ma sì, figliuolo”. “Me lo darete voi?” “Ma certo, vedi?” “Allora mi volete bene, allora mi amate?!” “Ma sì, mangialo!” “No, lo terrò qui e quando vedo quello che si appressa al vostro Figliuolo, quell’altro pure… io penso di non essere più geloso perché voi siete… quella che siete che mi volete bene”. Io lo accarezzai, allora non si baciava facilmente… era un’altra cosa, figliuoli miei, la donna aveva molto pudore, molta dignità personale, insomma c’erano tante cose… Io lo accarezzai: “Va avanti, va dal Maestro, ti aspetta”. “Certo che vado dal Maestro, ma non dimenticate…” “Che cosa, che cosa, Pietro, parla!” “Che mi volete bene!” e se ne andò. Io lo guardai: era felice quel passo, sapete, perché senza amore non si può vivere, figliuoli miei. E quel pane lo conservò in tutta la sua vita. E quando fu messo in croce, cadde quel pane da quel petto, figliuoli miei e lo raccolse un soldato: “Oh, un po’ di pane duro… davvero è un mendicante!” e lo buttò via. Figliuoli, ma quel mendicante, morto là, faceva scuola e seminava, come semina ancora sui vostri cuori che non bisogna essere mai gelosi, che bisogna essere superiori a queste piccolezze umane. Ma se voi amate, amerete anche chi vi sembra attaccato… e voi, distanti, lo amerete e voi con l’amore lo coprirete di quella debolezza e sarete tutti veramente fratelli e figliuoli miei, come desidera questo cuore di Madre.


Andate in pace.


Ad una consorella - Va in pace, figliuola, e ricordati che ti si vuole bene. Va in pace.


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